Un Croissant ripieno d'Amore

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    Ciao a tutti! Premetto che mi piace scrivere e ogni tanto mi diletto nel farlo. Un giorno mi piacerebbe poter scrivere un romanzo, però sono ancora agli inizi, quindi la strada sarà lunga prima di riuscirci. L'altro ieri, quando mi sono alzato al mattino, mi sono immaginato subito una scena, e ho voluto costruirci attorno una piccola storia. Scrivendo di questi due personaggi, mi sono affezionato a loro, quindi spero di poter scrivere un seguito a questa che è, per ora, una one-shot.
    Mi piacerebbe conoscere dei pareri esterni e avere i vostri pareri, positivi o negativi che siano, così da poter migliorare ;)
    Ho anche il profilo su Wattpad per chi volesse leggerla da lì:
    www.wattpad.com/user/LucienNox






    Un Croissant ripieno d'Amore


    Capitoli: 1 (One Shot)


    ▪ PERSONAGGI ▪

    Micah
    UEaZZ51

    Valerio
    y3TY6Rh


    ✦✦✦

    Valerio è un uomo introverso e privo di audacia che si limita a sognare ad occhi aperti ciò che vuole senza far si che questo accada. L'oggetto dei suoi sogni è Micah, il barista che ammira sempre al di là della vetrina, ma che non ha mai avuto il coraggio di conoscere, fino a quando, un giorno, sarà Micah stesso a farsi avanti. Valerio sarà restio a quelle avance, perché incapace di credere che ciò che ha sempre sognato stia per diventare realtà.

    ✦✦✦



    Come ogni mattina sono sul pullman della linea 44 per andare a lavoro. La fortuna di vivere in una grande città è potersi muovere liberamente senza avere bisogno dell'automobile per farlo. Non ho la possibilità economica per permettermene una, oltre al fatto che non ho nemmeno la patente. Ci sono fermate dell'autobus ogni cinquecento metri, e ce n'è una anche davanti al negozio di alimentari dove lavoro, ma è a quella prima che decido di scendere. Lo faccio ogni mattina per fare due passi prima di entrare a lavoro. Casa mia è troppo lontana dal posto di lavoro, quindi sarebbe impensabile fare tutto il tragitto a piedi. E poi lo faccio per vedere lui. Tra la fermata dove scendo tutte le mattine e il negozio nel quale lavoro c'è un bar molto frequentato. Tutte le volte che ci passo davanti mi soffermo un istante per guardare all'interno. Questa mattina c'è meno gente del solito, però il barista sembra essere indaffarato come sempre. Sta servendo un cappuccino ad una signora quando alza lo sguardo e lo dirige verso di me. Io, imbarazzato, distolgo lo sguardo da lui e mi metto ad osservare i croissant esposti sopra al bancone, facendo finta di essere indeciso se entrare e comprarne uno. Ogni mattina è così, fingo di guardare i dolci in vetrina, quando l'unica cosa in vetrina che mi interessa è lui. Rimango imbambolato così per alcuni minuti, forse troppi, perché il barista notando la mia fissazione morbosa per i croissant, decide di uscire e rivolgermi la parola.
    «Costano un euro e trenta», mi dice fermo sull'uscio mentre si asciuga le mani con lo strofinaccio che poi piega e mette nella tasca del grembiule.
    «Ah», senza sapere che dire, gli rispondo con la prima cosa che mi viene in mente. «Ce l'avete al cioccolato?». Sono un'idiota.
    «Certo», mi sorride. «La vuoi mangiare qua o da portar via?»
    «Da portar via, grazie». Mi accingo a prendere i soldi dal portamonete e, insieme al barista, mi dirigo al bancone.
    «Ti vedo ogni mattina fermarti qua davanti», mi dice porgendomi il sacchetto di carta con la brioche all'interno.
    «Si, ecco...». Cerco di inventare una scusa. «È che sono a dieta, quindi cerco di tenermi alla larga dai dolci».
    «Ah bel problema allora», mi sorride di nuovo mentre prende le monete che gli porgo «Io sgarro sempre, sono troppo goloso».
    ''Non si direbbe'' mi verrebbe da rispondergli. Sembra avere un corpo perfetto, ben lontano da chi si ingozza di dolciumi e leccornie. Certo, poi non ho mai visto il suo corpo al di fuori delle braccia che tende a tenere sempre in vista, forse per sfoggiare i suoi tatuaggi, ma da quello che vedo, e da quello che posso solo immaginare, potrebbe fare uno di quei modelli che posa semi nudo in una posa da figo per pubblicizzare l'orologio.
    «Sono Micah comunque, piacere», mi dice mentre mi porge la mano e io gliela stringo.
    «Come il cantante?», chiedo d'impulso.
    «Più o meno», mi risponde divertito. Di nuovo quel maledetto sorriso. «Con la C invece della K e con l'H finale».
    Sono lì, al bancone del bar, a parlare con l'uomo che ho sempre ammirato dall'esterno, senza avere nulla di cui parlare. Vorrei tanto che entrassero dei clienti che togliessero la sua attenzione da me, ma a quanto pare oggi hanno deciso tutti di fare colazione a casa propria.
    «Valerio», gli dico, conscio del fatto che ci stiamo ancora stringendo la mano. Inizio a chiedermi se sia così amichevole con tutti o lo è solo con me perché prova compassione per il cretino che tutte le mattine lo stalkera da dietro la vetrina.
    «Scusami, ti sto facendo perdere tempo», mi dice con tono davvero dispiaciuto.
    Perfetto,. Oltre ad essere un vero idiota, lo costringo anche a scusarsi con me senza che abbia fatto nulla.
    «Figurati», gli rispondo per tranquillizzarlo. O forse perché è l'unica cosa che mi viene da dire. «È stato un piacere». Gli sorrido in maniera nervosa e mi dirigo verso la porta per uscire dal bar e dalla sua vita e non farmi vedere mai più.
    «Aspetta», esclama, superando il bancone e dirigendosi verso di me.
    Ho solo voglia di esclamare ''Ma che diamine?'', ma quando mi giro e mi ritrovo il suo volto davanti, ritorno ad essere inebetito.
    «Tieni», mi porge un foglietto giallo ripiegato più volte. «Se ti va di parlare, a me farebbe piacere».
    Sta accadendo sul serio o sto sognando? E cosa negli ultimi cinque minuti gli ha fatto credere che io sia uno di quelli che ''vuole parlare''? Annuisco e prendo il biglietto e senza neanche aprirlo lo infilo nella tasca dei jeans. Mi dirigo nuovamente verso la porta e quando sto per uscire, d'istinto esclamo un ''arrivederci'' ed esco dal bar.

    Sono le tre del pomeriggio quando sento vibrare il telefono nelle tasca. Penso subito ad un messaggio di Micah, ma mi rendo subito conto che sono io ad avere il suo numero e non il contrario. Ho un'ora di pausa prima di rientrare a lavoro, quindi vado nel retro del negozio e mi mangio il croissant che ho comprato quella mattina. Mangiare quel croissant mi fa pensare inevitabilmente a Micah. A chi voglio mentire? Non ho mai smesso di pensarci un attimo in realtà. E neanche alla figura di merda che ho fatto. Probabilmente avrà pensato che sono da ricoverare e il numero che mi ha dato è quello di un bravo psicologo. Prendo il telefono e aggiungo il numero nella rubrica, dopodiché lo aggiungo anche su Whatsapp. In un impeto di disprezzo e odio per me stesso, riverso questi sentimenti nel nome del contatto e lo salvo come ''Il barista''.
    Su whatsapp mi si aggiorna il contatto e accanto al suo nome appare la foto profilo. Ci clicco sopra e mi si apre la foto di lui in spiaggia con un'aria pensierosa e filosofica. Si vede solo fino all'altezza dei pettorali e sotto la clavicola destra scorgo una scritta in arabo. Chissà quanti tatuaggi ha. Gongolo al solo pensiero di scoprirli tutti. Apro la chat e gli scrivo un banalissimo ''ciao''. Micah visualizza subito il messaggio e noto che sta già scrivendo a sua volta.
    «Ciao!», mi scrive di rimando. «Sei Valerio?»
    Chi diamine pensava che fossi? Mi viene da chiedergli a quante persone da il suo numero di telefono per uscirsene con una domanda del genere, ma mi limito a mandargli una foto del mezzo croissant che ho in mano.
    «Scusa, domanda stupida», mi scrive.
    Finisco di mangiare il croissant mentre penso a qualche argomento di cui parlare. Intanto clicco sul suo nome e leggo una frase che sembra essere una citazione.
    «Adesso che ho sangue infetto nessuno vorrà più leccare le mie ferite.»
    Scrivo la frase su google e scopro che è tratta da una canzone di Carmen Consoli. Diamine, quella non è musica, è una tortura. Come posso trovare argomenti di cui parlare se non abbiamo nulla in comune?
    «Domani mattina passi da me?» mi chiede cercando di mandare avanti la conversazione. «Al bar intendo», aggiunge.
    E che altro sennò? Non avrei pensato di certo a casa sua leggendo ''da me''.
    «Scusa, stavo sistemando della merce», mento, giusto per scrivere qualcosa e non sembrare che non ho voglia di prestargli attenzione.
    «Il lavoro chiama anche me. Devo servire dei clienti, ci sentiamo», mi scrive. Immagino che si sia scocciato visto che lascio passare interi minuti prima di rispondere, ma ecco spuntare una di quelle emoji sorridenti che fa cambiare il tono della frase da ''Mi hai rotto le scatole. Fottiti'' a ''Mi hai rotto le scatole. Fottiti, tanto sei tu quello che ci perde''.

    Passo il resto della giornata a rimuginare sul mio completo distacco e disinteresse che ho provato nei confronti di Micah da quando quella mattina ha deciso di fare lui un passo verso di me. È sempre stato un sogno ad occhi aperti per me. Come un miraggio nel deserto, dopo giorni passati a vagare senza sosta, senza più energie e con la gola più secca della sabbia. Solo che quello che vedo non è più un miraggio. Davanti a me ho davvero un'oasi. Con quell'acqua fresca e limpida potrei bere per reidratarmi e sopravvivere, invece decido di ignorarla e continuare il mio viaggio. Sono un completo idiota. Ogni qualvolta desidero ardentemente una cosa, quando finisco con l'ottenerla, rimpiango il momento in cui la desideravo, perché nessuno può distruggerti un desiderio, ma quando si avvera, può andare tutto in fumo.

    Questa mattina mi sono svegliato un'ora prima del solito. Ho preso il pullman e, come di routine, sono sceso alla fermata prima di quella del negozio. Sono solo le sei e non c'è anima viva in giro. Quando arrivo al bar noto che non è ancora aperto, però dev'esserci qualcuno all'interno. Da sotto la saracinesca semi alzata vedo Micah tirare giù le sedie dai tavoli e disporre i croissant sotto le cloche di vetro.
    Resto in disparte indeciso se fargli notare la mia presenza o aspettare che il bar apra ufficialmente, quando vedo Micah venire verso la porta, chinarsi, e spuntare da sotto la saracinesca.
    «Ciao, speravo di trovarti qui. Vieni», mi fa cenno con la testa di seguirlo, così mi accovaccio ed entro nel bar. «Siediti qui», mi ordina mentre tira avanti una delle sedie del tavolo centrale, poi si dirige verso il bancone. Io mi siedo e lo osservo mentre prende uno dei croissant da sotto la cloche e me lo serve su un piattino.
    «Tieni». Micah mi porge il dolce e si siede di fronte a me. «Dimmi che ne pensi».
    «È una nuova ricetta?», gli chiedo dando un morso alla punta del croissant «Sono la tua nuova cavia?» La domanda mi esce più pungente del dovuto e temo che possa offendersi per questo. Invece si mette a ridere di gusto e mi osserva con quei suoi occhioni neri come il caffè.
    Quando arrivo alla crema, il suo sapore mi pervade i sensi. Sento il sapore del cioccolato fondente, forte e corposo, unito a quello dolce e delicato della fragola.
    «Allora, ti piace?» mi chiede, fremendo dalla voglia di conoscere il mio parere.
    «Si, molto», gli dico tra un morso e l'altro. È davvero buonissimo, non glielo dico solo per compiacerlo. Ma più di tutto, sono molto colpito dalla bellezza di quel gesto. Ha voluto che fossi io il primo ad assaggiare il suo nuovo croissant.
    «Sono contento che ti piaccia». Micah poggia la sua mano sulla mia in un gesto affabile, ma io la scanso. Non capisco se questi suoi gesti hanno uno scopo malizioso o sono solo gesti di cortesia.
    «Ascolta», mi dice avvicinandosi a me con la sedia «So che non sei un tipo espansivo, l'ho capito, ma non c'è bisogno che tu lo sia. So di piacerti e tu piaci a me». Quando gli sento dire quelle parole, il mio cuore inizia a battere all'impazzata. Ho sognato questo momento da tantissimo tempo, e come tutti i sogni, penso inevitabilmente che sia destinato a finire. Ma così non è. Questa è la realtà. Sta accadendo veramente e, a differenza dei sogni nel quale non posso decidere le mie azioni, ora posso farlo. Finalmente i miei desideri non annegheranno nell'amara consapevolezza di rimanere irrealizzati. Sto vivendo questo momento come se fosse un film, e proprio come in un film d'amore, Micah si avvicina e mi bacia sulle labbra. È un bacio dolce e sfuggente, ma intenso come l'aroma del caffè che ti pervade quando ti svegli al mattino.
    «Le tue labbra sono meglio di qualsiasi croissant io abbia mai preparato», mi sussurra amorevolmente dopo aver disgiunto le sue labbra dalle mie. «E spero di poterle baciare tutte le volte che vorrò».



    Edited by .CedrickDaikiri. - 13/7/2018, 14:40
     
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    Innanzitutto ti ringrazio per aver letto la storia XD

    CITAZIONE (Belvia @ 13/7/2018, 14:03) 
    Molto coinvolgente davvero.

    Forse avrei maggiormente sottolineato le sensazioni fisiche che provava Valerio: sudore, farfalle nello stomaco, il tepore del corpo di Micah che si avvicina ecc.
    Ed emotive: l'ansia di vederlo, il nervosismo e imbarazzo nel rivolgergli parola, paura del rifiuto ecc.

    SI immaginavo che una parte carente fosse proprio quella riguardo le sensazioni del personaggio. Spesso le do per scontate, magari esponendole con poche frasi senza soffermarmici sopra, ed è ovvio che sbaglio. Anche perché se c'è una cosa essenziale che il lettore deve percepire, quella è di sicuro il lato emotivo del personaggio e tutto ciò che comporta.

    CITAZIONE (Belvia @ 13/7/2018, 14:03) 
    Oltre che l'uso dei puntini di sospensione (un mio pallino :P ) in quelle scene che evocano un senso di attesa/desiderio:
    CITAZIONE
    E poi lo faccio per vedere lui.

    Aaaah, lui... :XRhfnQx:
    Sarò sdolcinato ma i puntini di sospensione sarebbero stati come un sospiro di desiderio... Eccitazione.
    Tutta la scena da casa fino a LUI l'avrei evidenziata maggiormente, a far capire era quasi obbligato, spinto dal desiderio, a recarsi là.
    Pena d'amore, insomma.

    Premetto che io, al contrario, non sono un fan dei puntini di sospensione. XDD Però c'è da dire che quando ci vogliono, ci vogliono. E non è tanto questione di essere sdolcinati, alla fine si tratta di una storia d'amore, quindi se servono a dare più enfasi, cercherò di sfruttarli ;)

    CITAZIONE (Belvia @ 13/7/2018, 14:03) 
    Per il resto, mi ha preso.
    Ti invoglia a conoscerne il seguito.

    Son contento che al di là delle mie carenze (che dovrò ovviamente aggiustare) le mie parole siano riuscite comunque a lasciare qualcosa nel lettore e a istillargli curiosità!
    Mi è sicuramente utile questo tuo parere, perché ha saputo centrare fin da subito le mie mancanze, quindi mi servirà da promemoria per le prossime volte XDD

    Edited by .CedrickDaikiri. - 13/7/2018, 14:35
     
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    Bravo la storia mi è piaciuta molto spero che ci sarà il seguito
     
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    Spero di leggerne un seguito, è molto coinvolgente!
     
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    Veramente bella!! :JLsRcqi:
     
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