Just for fun

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    CIAO! Mi è sempre piaciuto scrivere, ma è da un po' che non lo faccio (a parte cose noiose sul lavoro XD).
    Qualche giorno fa, però, ho iniziato a buttar giù qualcosa e visto che la voglia mi è tornata grazie al Cosmo (❤️) ho pensato di condividere.
    Come dice il titolo, è "just for fun" quindi non aspettatevi niente di profondo XD XD

    Non so neanche dirvi bene il genere perché lo scrivo un po' a caso. Diciamo che è ambientato in un collegio, ci sono situazioni bizzarre, "punizioni" e relazioni strane tra i compagni di stanza (anche qualcosina di zozzo qua e là).
    Se vi interessa, siete i benvenuti... :)


    Il rettore
    Mi sembra quasi di galleggiare… sto fluttuando in una bolla d’aria e il mondo fuori mi appare strano, i suoni sono lontani, la luce è distorta e mi sembra di vedere attraverso una lente di ingrandimento. All'improvviso un naso gigante mi appare davanti e poi delle labbra viola e sottili iniziano a parlare, ma non le ascolto.
    Sono in un nuovo collegio, Dio solo sa quanti ne ho cambiati, ma “questo sarà l’ultimo”, almeno è così che mi hanno detto mentre mi scaricavano davanti al cancello verde muschio, appena un poco aperto, quasi a dire ‘entra pure, ma non è sicuro che ne uscirai’. E rieccomi ad ascoltare la solita solfa, le lezioni iniziano alle… bla bla… le aule sono in questo corridoio… bla bla bla… la mensa è da quest’altra parte… bla… molte regole ma la prima è che all’interno dell’istituto gli studenti non possono indossare l’intimo…
    Puff! La mia bolla esplode e ritorno con i piedi per terra, le orecchie tese in ascolto e la vista perfettamente a fuoco, cheeeeee? Questa mi è nuova! Il mio viso deve aver lasciato trapelare i miei pensieri perché il nasone del rettore si è girato verso di me, le labbra violacee socchiuse in un leggero sorriso.
    “Forse ti sembrerà strano, ma le nostre regole sono molto severe e gli alunni devono sempre essere pronti a ricevere le punizioni, in qualsiasi momento”
    Punizioni?! Cerco di tenere nascosto il mio stupore misto a un’ambigua sensazione di terrore (cosa centrano le mie mutande con le punizioni?) e mi guardo i piedi. Ma è uno sforzo vano, il rettore sembra aver annusato le mie emozioni e con uno schiocco di labbra riprende il suo discorso di introduzione e mi conduce nell’ala est dove si trovano le camere degli studenti.
    “Le camere”, mi spiega “sono miste e avrai due compagni di stanza, uno avrà la tua stessa età, mentre l’altro sarà più grande di voi. Sarà lui il responsabile all’interno della stanza, dovrai seguire le sue direttive e fare sempre riferimento a lui per qualsiasi problema”.
    Ci fermiamo davanti ad una stanza, il numero 9 disegnato grande sulla porta bianca, il rettore bussa una sola volta “toc”.


    Damiano
    Viene ad aprirci un ragazzo con i capelli scuri, non è molto alto, ma è snello e ben proporzionato, si muove con gesti rapidi ma al tempo stesso delicati e rivolge un sorriso gentile al rettore.
    “Buongiorno Sig. Rettore”
    “Buongiorno Damiano. Come ti avevo accennato, abbiamo una nuova recluta e voglio che tu te ne prenda cura. C'è un posto libero nella vostra stanza, penso che Bianca sarà contenta di avere una nuova amicizia.”
    “Certamente Sig. Rettore, saremo entrambi felici di avere un po’ di compagnia in più. Farò un buon lavoro.”
    “Eccellente Damiano. So che di te mi posso fidare.”
    Guardo il rettore allontanarsi, gli fisso la schiena trattenendo il fiato finché non scompare dietro l'angolo, poi tiro un sospiro di sollievo e mi giro a guardare il mio nuovo compagno di stanza.
    “fiuuu! Quel naso lo sognerò di notte!”
    Un sorriso rassicurante da Damiano, una leggera risatina alla mia battuta, un gesto con la mano per invitarmi ad entrare e la serata sarebbe d'un tratto migliorata. Mi aspettavo tutto questo, invece Damiano si volta senza neanche guardarmi e, alzando la mano sopra la sua spalla, mi fa cenno di entrare con due dita.
    “Chiudi la porta. Per prima cosa, non pensare a me come a un amico, nessuno ti è amico in questo posto. Quello è il tuo letto e questa è la tua scrivania, la condividi con Bianca. Mentre quella è la mia scrivania. Le tue cose puoi metterle qui"
    Mi dice Damiano indicando una cassettiera. Non ci sono armadi, ma sembra che non servano perché gli unici indumenti che possiamo usare qui dentro sono le uniformi del collegio. Meglio così, non ho molta roba con me e questo mi avanza la tristezza di un armadio con due sole grucce appese.
    Mi guardo intorno non sapendo cosa fare o cosa dire. Damiano sembrava così amichevole e invece ora, non posso dire che sia sgarbato, ma è freddo e distaccato. Cerco nella mia testa un argomento di cui parlare per allontanare quel silenzioso imbarazzo ma non mi viene in mente nulla. Per fortuna, Damiano apre la bocca.
    “Spogliati, togliti tutto" …sì, ‘per fortuna’…
    “C-cosa?”
    “Tra poco ci sarà la cena e devi mettere l’uniforme. Sbrigati, è meglio non arrivare in ritardo. Dammi anche tutto l'intimo che hai portato con te, è una delle regole.”
    Ma che cos’hanno tutti contro le mie mutande?!
    Faccio come mi dice senza protestare, tanto ho la sensazione che non servirebbe a molto. Poi, senza una parola di più, usciamo dalla stanza e ci incamminiamo verso l’edificio principale dove si trova la mensa.


    Bianca
    Appena entrati nella sala, una ragazzina bassa ci viene incontro con un enorme sorriso.
    “Dam, eccoti qui! Ti stavo aspettando.”
    Damiano le fa un mezzo sorriso e un cenno con la mano per salutarla.
    “Ciao Bianca"
    “Che fai, Dam, non fai le presentazioni? Come al solito, meglio se faccio tutto io!” dice Bianca mostrando la lingua a Damiano. Poi si gira verso di me,
    “Piacere io sono Bianca, dormo con voi nella numero 9, e tu sei…?”
    “Piacere, io sono Lou" le dico, tendendole la mano, ma Bianca in uno slancio sposta il mio braccio e si stringe al mio collo, con il mento sulla mia spalla.
    “Sono così felice che ci sia qualcuno di nuovo in stanza con noi! Diventeremo suuuuper amici noi tre!”
    Guardo Damiano, di fianco a noi, ha lo sguardo rivolto da un'altra parte e mi viene in mente che a lui non avevo ancora detto il mio nome, né lui me lo aveva chiesto. Non diventeremo MAI super amici.
    Il resto della cena trascorre tranquillo, Bianca è piacevole e parla molto, mi racconta delle sua famiglia e delle cose che le piacciono e mi chiede dei miei gusti. L’opposto di Damiano che non mi ha più rivolto la parola, o uno sguardo per quel che vale, mentre chiacchera tranquillamente con gli altri studenti al tavolo.
    Mangio tutto quello che ho davanti, come sempre l’appetito non mi manca, mi rimane solo il piccolo budino al cioccolato da gustare come fine pasto quando vedo Bianca incantata sul mio piatto.
    “Ne vuoi un po'?”
    Le chiedo, più per farle distogliere lo sguardo che per sincera cortesia. Con mia grande delusione, le si illumina il viso mentre annuisce con decisione.
    “Sei un tesoro! A me è toccata la panna cotta, ma io adoroooo il cioccolato!”
    Bianca si alza dal suo posto dall’altra parte del tavolo per venire a sedersi proprio di fianco a me. Apre la bocca “aaaahm" e aspetta che io la imbocchi. Un po' in imbarazzo, avvicino il cucchiaino alle sue labbra rosa e lei accoglie soddisfatta il boccone cremoso senza lasciarne traccia sul cucchiaino. Mi sorprendo a pensare alla sua lingua calda avvolta dal cioccolato e il mio leggero imbarazzo inizia a scaldarmi le guance.
    Senza che io me ne accorga, Bianca si avvicina al mio orecchio e mi sussurra in un soffio.
    “Tu mi piaci Lou…"
    Poi, con la punta della lingua mi sfiora la guancia e approfittando del mio corpo improvvisamente paralizzato per la sorpresa infila la mano sotto la mia maglietta e dalla schiena scende lenta verso il mio culo, accarezzando la pelle nuda.
    “Come sei diligente. Hai seguito la regola del rettore, niente mutande.” Ancora…!?


    Un favore – parte 1
    In qualche modo, Damiano ha attirato l’attenzione di Bianca e tutti insieme ci siamo alzati per tornare nella nostra stanza. Mentre camminiamo, penso a quello che è appena successo… Bianca è decisamente un soggetto particolare, è spontanea, energica, decisa e sincera, ma cosa voleva dire con quelle parole? Cosa vuol dire che le piaccio? Certo, la sua lingua che bagna la mia guancia, non fa pensare che intendesse in amicizia… E io? Che cosa penso di lei? Beh, sì, anche lei mi piace... ma la conosco appena e ho paura di farmi trascinare nel vortice di Bianca, come un fiocco di neve in mezzo a un turbine di vento, senza riuscire a decidere per conto mio.
    Siamo davanti alla porta della stanza numero 9, Damiano la apre e ci invita ad entrare con un ampio gesto del braccio, la mano con il palmo rivolto verso l’alto. Poi ci segue dentro e si assicura di chiudere la porta a chiave. Bianca va verso il suo letto e si siede, sto per fare lo stesso ma mi perdo a guardare Damiano che si avvicina ad un cassetto della sua scrivania e tira fuori un paio di foulard blu notte. Si avvicina a me e mi guarda negli occhi, è la prima volta che lo fa quando ci siamo conosciuti. Quello sguardo inaspettatamente dolce mi sorprende, perché tutto ad un tratto è gentile con me?
    Damiano mi prende le mani e, con un gesto veloce e leggero, avvolge una delle sciarpe intorno ai miei polsi, fa un nodo, non so perché lo stia facendo ma i suoi gesti sono in qualche modo rassicuranti e lo lascio fare.
    “Questo è un piccolo favore che ti faccio, non dirlo a nessuno. Anche tu Bianca.”
    Damiano avvicina lentamente il suo viso al mio, china la testa leggermente di lato come per darmi un bacio. Che cosa sta succedendo? Perché così all'improvviso? Ma la sua aura mi stordisce e non riesco a far altro che assecondarlo, chiudo gli occhi e schiudo le labbra come i petali di un fiore quando il sole si avvicina.

    È il mio primo bacio ma non credo che questa sia la sensazione giusta, c'è qualcosa che non va, è… asciutto? Damiano ha appoggiato la seconda sciarpa tra le mie labbra è con un nodo dietro la nuca mi ha tappato la bocca. Mi guardo intorno con gli occhi sgranati per la sorpresa ma non faccio in tempo a farmi un’idea di quello che sta succedendo che Damiano mi spinge su letto, a pancia in giù, e con un solo gesto deciso mi scopre il culo.
    “Bianca passami l'astuccio e quella spazzola"
    Bianca lo guarda un po' perplessa ma fa quello che le ha chiesto Damiano.
    “Bene, ora tieni ferme le sue mani."
    Bianca appoggia l'astuccio aperto e la spazzola sul letto vicino a me, poi ci gira intorno e si accuccia vicino alla mia testa. Mi prende le mani, già immobilizzate dal foulard, e le tira verso il pavimento, costringendomi a stare giù. Non che io possa muovermi molto, Damiano ha un ginocchio appoggiato al fondo della mia schiena, fa forza con tutto il suo peso e mi spinge verso il letto. Sono in trappola, e con il di dietro all’aria!


    Un favore – parte 2
    Cosa diavolo succede? Non riesco a immaginare che cosa voglia fare Damiano, né riesco a capirne il perché. Mi dimeno e cerco di far forza sulle gambe per liberarmi, ma presto capisco che non serve a niente: Damiano è più pesante di me e la piccola Bianca se la cava benissimo a tenere le mie mani ferme.
    Sento Damiano spostare il peso sopra di me e con la coda dell’occhio vedo le sue dita cercare qualcosa nell’astuccio, trovano una penna e la raccolgono. Ora avverto dei leggeri rumori, come di un bimbo che succhia un lecca lecca, ma non riesco a vedere Damiano. Mi giro verso Bianca che mi fissa negli occhi con uno sguardo dispiaciuto, poi avvicina il suo viso al mio e mi sussurra
    “Scusami Lou, ma Damiano è il nostro responsabile e devo fare come dice. Scusami...”
    Damiano poggia una mano sul mio culo e con le dita lo tiene aperto, sento un soffio d’aria che accarezza il mio buco, poi qualcosa di più duro mi tocca e io sussulto.
    “Non ti spaventare” mi dice Damiano. E che cosa dovrei fare? Non so che cosa stia succedendo, né cosa mi aspetti dopo, io quel buco l’ho sempre e solo usato per fare uscire una cosa e non mi era mai neanche passata per l’anticamera del cervello l’idea che qualcos’altro, un giorno, sarebbe entrato da quella stessa porta!
    Damiano continua a sfiorare il mio buco con la penna, mi fa il solletico e inizio ad immaginare che cosa verrà dopo. Tremo, ho paura, e guardo Bianca che continua a fissarmi, sento le lacrime salire agli occhi e, per cercare di trattenerle, li chiudo e appoggio la testa di lato sul letto. In quel momento, Damiano spinge la punta della penna nel mio culo, continua a spingerla e io la sento scivolare dentro di me. Capisco di non avere scampo, mi arrendo e rilasso i muscoli fino ad ora tesi per la paura. Damiano deve aver percepito il cambiamento nel mio corpo
    “Ti aspettavi forse che facesse male? Questo non è niente, neanche si sente, è solo per farti capire la sensazione che si prova ad avere qualcosa di estraneo dentro di te.”
    Ha ragione, non fa male, mi solletica e quasi non sento la penna. È una sensazione strana... quasi piacevole... non faccio in tempo a mettere in ordine le mie sensazioni che Damiano toglie la penna dal mio culo e si china per posare la penna e prendere la spazzola. Apro gli occhi appena in tempo per vedere i due oggetti vicini: il manico della spazzola è decisamente più grande della penna, a confronto la penna quasi sparisce! Ora realizzo a pieno quello che accadrà da qui a poco, ma ancora una volta Damiano mi sorprende.
    “Bianca, tocca Lou, porta la sua mente da un’altra parte”
    Bianca si sposta in avanti, il suo morbido seno si appoggiano alla mia testa e una sua mano scivola sulla mia pancia, giù in mezzo alle mie gambe.
    “Rilassati Lou” mi sussurra Bianca e con la mano mi accarezza dolcemente.
    Di nuovo il rumore di lecca lecca e poi qualcosa inizia a premere sul mio buco. Damiano spinge il manico della spazzola con forza, poi lo ritrae appena e poi di nuovo lo forza. Fa questo gioco diverse volte andando sempre un poco più a fondo, finché non sento il mio buco aprirsi e avvolgere completamente il manico della spazzola. Fa male, sento bruciare e sento i muscoli tesi, tirati.
    Bianca ora si è fatta più decisa, muove la sua mano incredibilmente calda, cavolo se è brava!
    Damiano continua a spingere la spazzola, lentamente, e il contrasto di queste due sensazioni – un piacere travolgente e un dolore intenso in due parti così vicine del mio corpo – inaspettatamente, fa crescere la mia eccitazione.
    Senza neanche accorgermene, inizio a muovere i fianchi, assecondo il movimento di Bianca ma allo stesso tempo vado sempre più incontro alla mano di Damiano e il manico scende così profondo dentro di me...
    Sono quasi al limite e proprio al culmine del mio godimento, Damiano sfila lentamente la spazzola dal mio di dietro e mentre vengo assaporo un piacere mai provato prima.
    “Questo è il mio piccolo favore per te, ripensaci quando ti servirà"


    Dolce notte
    Sono finalmente a letto. Dopo quello che è successo sta sera, non ho più potuto guardare Damiano negli occhi e ho cercato di evitare in ogni modo il suo sguardo. Ho lavato i denti in fretta e furia, messo il pigiama e puntato subito il letto, nascondendomi sotto le coperte nonostante la luce fosse ancora accesa.
    Sento Bianca e Damiano che si spostano nella stanza, si preparano anche loro per andare a letto immagino, ma nessuno dei due parla. Qualcuno spegne le luci così finalmente posso dormire… dormire… dormire… devo dormire dannazione! Perché non ci riesco?! Sarà passata più di un’ora ma non riesco a prendere sonno, tremo al pensiero di addormentarmi e sentire di nuovo le mani di Damiano su di me. Anche se mi ripeto che non succederà non riesco a tranquillizzarmi. Insomma, ha fatto cose strane, ma sarà soddisfatto ora, no? Vorrà farlo di nuovo? Farà così tutte le sere? Ma percheeeeeé? Mentre mi arrovello in questi pensieri, sento un fruscio di lenzuola. Qualcuno si è alzato, ma non sento passi… tendo le orecchie in ascolto, ma niente. Poi qualcuno alza le mie lenzuola e si infila nel letto. Resto immobile, sicuramente è Damiano e il mio cuore accelera, non smette di battere all’impazzata. Qualcosa di morbido si appoggia alla mia schiena, un dolce profumo di camomilla si avvicina e capisco che è Bianca. Riprendo a respirare e il cuore rallenta. Bianca passa un braccio attorno alla mia vita e mi stringe a se
    “non ti preoccupare, ora non succederà più, puoi dormire”
    “non hai paura che Damiano ci scopra?” sussurro.
    “no, ha il sonno pesante lui, non si sveglierà” mi rassicura Bianca. Anche se, il suo tono è quasi stizzito.
    “rilassati” mi dice mentre fa scivolare la mano sotto il mio pigiama e inizia ad accarezzarti i capezzoli.
    Mi irrigidisco appena, ma il leggero solletico del suo fiato sul collo mi scioglie di nuovo e così, con una sua mano che mi stringe il petto e le sue soffici labbra appoggiate sulla pelle della mia nuca, mi addormento senza neanche accorgermene mentre Bianca mi saluta “Dolce notte Lou”.


    Iniziazione
    È mattina. Quando mi sveglio Bianca non è più nel mio letto, è uscita, anche Damiano è già vestito, mi alzo e lo guardo di nascosto mentre mi dà le spalle, il mio sguardo si posa sulle sue mani, quelle mani che appena poche ore fa ha usato per… scuoto la testa per togliermi dalla mente quell’immagine, ma una sensazione di calore mi rimane in pancia e la sento salire fino al viso, arrossisco.
    Damiano si gira “Vestiti, ti accompagno alla tua prima lezione" e distoglie subito lo sguardo andando verso la sua scrivania. Vado in bagno, mi svesto in fretta e furia, mi lavo il viso e indosso l’uniforme.
    È strano non indossare l'intimo, porzioni di pelle prima protette vengono sfiorate ad ogni passo dalla stoffa ruvida dell’uniforme, una carezza intima che ogni volta mi fa sussultare. Come promesso, Damiano mi accompagna davanti all'aula della mia prima lezione, in perfetto orario, mi lascia sulla porta con un semplice “ciao" e si incammina lungo il corridoio. Dopo pochi passi sembra esitare, si gira e i suoi occhi si fissano nei miei e ripenso a quando pensavo che mi stesse per baciare, arrossisco di nuovo e lui in un soffio mi dice “buona fortuna”.
    Per un attimo rimango di pietra, il vociare degli altri studenti mi riporta alla realtà e li seguo mentre entrano in classe. Il resto della giornata fila liscio, le lezioni non sono difficili e in mensa incontro Bianca che mi fa compagnia per il pranzo anche se sembra di fretta e mi abbandona appena finito di leccare il cucchiaino del dolce. In poco tempo è sera, il professore dice a tutti che la lezione è terminata e io non vedo l’ora di potermi sdraiare sul letto ma all’uscita dall’aula una donna mi ferma e mi dice di seguirla, il rettore ha chiesto di me.
    L’ufficio del rettore è enorme, arredato con una grande scrivania in legno scuro, una poltrona e sedie imbottite con i braccioli, ma il pezzo che più attira la mia attenzione è un grande paravento che nasconde una parte della stanza. Il rettore mi saluta educatamente al mio ingresso e io ricambio senza riuscire però a nascondere la mia inquietudine, quelle labbra viola non promettono niente di buono.
    “Veniamo subito al punto, questa sera ci sarà la tua iniziazione. Siccome tu hai iniziato in ritardo di qualche mese, ho pensato di farlo subito. Per gli altri studenti sono già pienamente operative le punizioni e mi pareva ingiusto lasciarle in sospeso per te. Dopo questa sera, ogni professore potrà gestire secondo i suoi metodi le punizioni per far rispettare le regole e per mantenere vivo l’interesse degli studenti. Ricordati di seguire ogni loro istruzione o ci saranno conseguenze per te e per il tuo responsabile, Damiano.”
    Detto questo Gloria, la donna che mi era venuta a prendere a fine lezioni, mi accompagna dietro al paravento dove si trova uno strano tavolino imbottito e mi aiuta a spogliarmi sotto lo sguardo del rettore che sembra voler scrutare anche sotto la mia pelle. Continuo a fissarmi i piedi, in totale imbarazzo, e cerco di coprirmi l’inguine con le mani. Gloria mi prende la mano e mi porta davanti al tavolino, noto ora che, fissati alle quattro gambe, ci sono altrettanti polsini in cuoio con le cinghie aperte. Gloria infila una gamba in mezzo alle mie e con due piccoli e rapidi calci spinge prima il mio piede destro e poi quello sinistro verso l’esterno allargandomi le gambe. Si china e lega le mie caviglie al tavolo con le cinghie, poi spinge con la mano in mezzo alle mie spalle e mi costringe a piegarmi sul tavolino, portando le mie mani dall'altro lato e legandomi i polsi con le altre due cinghie. L'imbottitura evita che lo spigolo del tavolino picchi contro le mie cosce, ma in questa posizione sento comunque il corpo premuto contro la superficie.
    Noto il rettore che si muove dietro di me e dopo poco una mano ruvida si appoggia sulla mia schiena . Del gel freddo scivola in mezzo alle mie natiche e sento qualcosa premere contro il mio buco. Senza tanti complimenti, il rettore spinge con forza qualcosa dentro di me. Soffoco un urlo mordendomi la spalla e strizzo gli occhi sentendo arrivare le lacrime.
    “ho inserito un dildo, questa è una delle punizioni più frequenti all’interno del collegio, per questo la usiamo come iniziazione. Se stai bene, continuiamo”
    Senza aspettare che io risponda, il rettore inizia a spingere più a fondo il finto pene e poi a muoverlo dentro e fuori ignorando i miei lamenti e le mie lacrime. Va avanti così da qualche minuto quando mi accorgo di qualcosa che pulsa in mezzo alle mie gambe, sento caldo e bagnato…. Mi sto davvero eccitando?! Com’è possibile? Mi fa male e mi trovo in una posizione piuttosto imbarazzante, perché il mio corpo reagisce così? All’improvviso mi viene in mente Bianca che mi tocca, chiudo gli occhi e mi lascio travolgere da quel ricordo, la sua mano calda e quel tocco deciso, il suo seno morbido che tocca i miei capelli… e il peso di Damiano che mi spinge verso il letto, il solletico della penna che sfiora il mio buco e la sensazione della spazzola che gli scivola dentro. Ricordo il viso di Damiano che si avvicina al mio e senza accorgermene ho aperto le labbra e con la lingua sfioro la pelle della mia spalla, quasi a darle un bacio.


    Litigio
    Mentre mi avvicino alla mia stanza, ancora in confusione per quanto appena successo, sento delle voci animate provenire da oltre il muro. Sono Damiano e Bianca, sembrano litigare ma non capisco cosa dicono allora appoggio l’orecchio alla porta
    “No Bianca, è inutile che insisti”
    “Ma perché scusa? Sai tutto di me, da un sacco di tempo. E non puoi negarlo, fino a una settimana fa anche tu lo volevi. Il nuovo arrivo ti ha fatto cambiare idea?”
    “Sono sempre stato molto chiaro e non ho mai cambiato idea. Per quanto tu lo voglia è impossibile, ci sono delle regole. E lascia stare fuori Lou!”
    “Aaaah ecco lo studente modello, “ci sono delle regole” e com’è che per Lou queste regole le aggiriamo?”
    “Falla finita Bianca!”
    Sento una porta chiudersi. Qualcuno è andato in bagno dando termine alla conversazione ed è calato il silenzio. Mi sembra il momento giusto per entrare, aspetto ancora un paio di minuti e poi apro la porta.
    “Ciao”
    Bianca è di spalle, tira su con il naso e poi si gira. È visibilmente scossa e rossa in viso ma mette su un grande sorriso e mi viene incontro.
    “Come va Lou? Stai bene? Il rettore è stato cattivo?”
    Mi guarda con il viso chinato di lato, lo sguardo preoccupato e le braccia aperte pronte ad accogliermi in un abbraccio. Mi ha sorpreso con questa domanda.
    “Come fai a saperlo?”
    “Beh, mi hanno detto che Gloria era andata a prendere qualcuno alla fine delle lezioni, tu sei l’unica persona nuova ed eri in ritardo quindi è stato facile fare due più due.”
    “Tutto ok, credo...”
    “Tutto ok?! E io che pensavo di trovarti in lacrime. Meglio così, ma se hai bisogno sono qui per te”
    Le parole di Bianca sono gentili, ma qualcosa nel suo tono di voce la tradisce. Sembrava aspettarsi che io stessi male e delusa di scoprire che io non sono poi così sotto shock per l’incontro con il rettore.
    Damiano esce dal bagno e incontra sfuggente il mio sguardo, si allontana subito per andare verso la sua scrivania ma in quel breve istante, anche se forse è solo la mia immaginazione, vedo l’angolo della sua bocca stirarsi verso l’alto.
    Noto che Bianca non indossa l’uniforme e sul letto sta preparando una borsa.
    “Bianca, vai via?”
    “Ah, sì. Solo per qualche giorno. Ma non ti preoccupare, ho detto a Damiano di prendersi cura di te!”
    Poco prima di uscire, Bianca viene verso di me e mi schiocca un grosso bacio sulla guancia. Lancia un’occhiata veloce a Damiano, come per controllare se ci sta guardando, ma lui è seduto alla scrivania e non la saluta neppure.


    Il cassetto
    Il giorno dopo, di ritorno dalle lezioni, cammino con lo sguardo perso verso la mia stanza, pensando allo strano modo in cui si comportava una ragazza alla prima ora. Teneva la schiena rigida e dritta, le punte dei piedi che spingevano verso il pavimento, spinta in avanti si reggeva sugli avambracci appoggiati al banco quasi come se volesse alzarsi da un momento all’altro. Non si è rilassata per tutta la lezione e l’ho vista prendere pochi appunti nonostante sembrasse molto concentrata.
    Incrocio un paio di studenti che camminano nel senso opposto
    “...lo hanno beccato! Lo sapevo che non ce la raccontava giusta, studente modello, rappresentante d’istituto, sembrava troppo perfetto!”
    “eeeeh già, che stupido nascondeva preservativi e gel in un cassetto, chissà quale punizione gli toccherà ora. Di sicuro non se la caverà con poco.”
    “Secondo me, la sedia a lezione per qualche settimana. Mmmmh e le pinzette forse! Ho sentito che un sacco di anni fa facevano indossare dell’intimo particolare che poi è stato proibito...”
    La loro voce si affievolisce mentre si allontanano e le loro frasi si confondono, una sola parola arriva al mio orecchio ed è il nome di Damiano.
    Un brivido mi corre lungo la schiena, mi affretto verso la camera e trovo la nostra porta aperta. Fuori, un professore fa allontanare gli studenti curiosi e, quando mi avvicino, ferma anche me.
    “Via di qua”
    “È la mia stanza” rispondo.
    Una voce da dentro dice di farmi entrare ed entrando trovo Damiano con un altro professore.
    “Lou, questo è il tuo cassetto?”
    Il professore indica la scrivania mia e di Bianca con un cassetto aperto in cui vedo riposti un tubetto blu e una scatoletta quadrata. Il cassetto a destra è quello di Bianca, perché è più vicino al suo letto, quello di sinistra è il mio. Bianca era stata molto precisa nel dirmi quale cassetto usare, aveva anche proposto di mettere una targhetta con il nome ma l’avevo convinta che non fosse necessario.
    “Professore, le ho già detto che quello è il mio cassetto, non c’è bisogno che chieda anche a...”
    “Silenzio Damiano, voglio solo una conferma”
    Perché Damiano ha detto che è il suo cassetto quando sa benissimo che quello aperto, sotto la mano del professore, è il mio? Quello è il mio cassetto. Apro la bocca per dire questo ma vedo Damiano da dietro la spalla del professore che mi fa cenno di no con la testa e muovendo le labbra silenziose. Senza accorgermene lo imito e rispondo
    “No.”
    Il professore sembra soddisfatto, raccoglie gli oggetti dal cassetto e dice a Damiano di seguirlo. Come una statua, guardo il mio compagno di stanza che esce e la porta che si chiude dietro di lui.


    ...continua...

    Edited by Bambi92 - 20/9/2020, 17:50
     
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    :K8cTT4B:

    mio dio, ma che genere di punizioni danno in quel collegio??? sono curiosa di sapere che succederà (e perchè Lou ringrazierà per la "spazzolata" ahahah)
     
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    XD beh, non è che proprio lo "ringrazierà" XD XD

    Ho aggiunto un paragrafino nuovo, soft.. Nel prossimo tornano un po' di sconcezze! Mi sto divertendo da matti a scriverlo hihihi
     
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    Nuovo capitoletto aggiunto 😉

    Ho cercato di trattenermi dal scrivere sempre "poi", ma mi sono accorta di averlo semplicemente sostituito con miriadi di "e"... :8RwTc3T:
     
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    Lo trovo parecchio intrigante... complimenti!!!
     
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    Grazie illyria82!! Penso che la fantasia non mi manchi... anche se, come "la voce segreta", sembra affievolirsi man mano che si cresce :)

    Ho aggiunto anche due capitoletti.
     
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5 replies since 22/6/2020, 22:00   73 views
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